
Solo i flutti, lontano,
in questa bruna landa incantata;
ed un albero, spoglio,
fra i miei occhi ed il cielo,
in questa notte secolare, sapore d’altra era;
e sabbia umida,
a farmi sentire, immacolato,
il contatto alla terra gelida e informe.
Avverto parole nascoste, poco in là,
pensieri mai sussurrati da labbra inascoltate.
Fingo un timido sguardo,
sviando oltre
e so di vedere me,
come uno specchio altro non è
che il riflesso dell’anima errante,
che teme l’errore ma ipnotizza
il senso del'eterno ritorno .
E seguono sguardi, maschere,
che rendono banale il fuoco intorno;
visi d’innocenza, amore intellettuale,
sacro spirito viandante.
Ed inerme mi riscopro,
al canto delle sirene tentatrici,
come un Ulisse posseduto dalle catene…