
Volevo accorgermi che fuori trionfava la notte,
e così aprì i battenti per ascoltarne le parole appena pronunciate,
il pathos sussurrato:
-"Se anche cantassi come gli angeli,
ma non amassi il canto,
non faresti altro che rendere sordi gli uomini
alle voci del giorno e alle voci della notte-
E fu così che l'Eros nella notte mi colse;
fu così che persi i sensi e mi ritrovai, appena desto, in una landa magica ed illusoria:
-" Cosa ti eccita? La Morte risposi...e recisi la testa al Serpente!"
La vita è terra dei folli; ed io, Saggio e codardo, volevo viverla in sapienza.
Che sciocco! Ma scoperto l'inganno, di buon servizio,
al mattino ridipinsi i muri della camera ormai opaca.
Mi ci volle l'intera notte e, sedutomi,
stremato, al vento di brughiera, iniziai a leggere:
-"Ma perché parlo ancora dei mortali? Passate in rassegna tutto il cielo, e possa chiunque infamare il mio nome se si troverà un solo Dio non privo di grazia e di pregio che non sia sotto la protezione del mio nume. Infatti, perché Bacco è sempre il chiomato efebo? proprio perché, pazzo ed ebbro, passa tutta la vita in conviti, balli, canti e giochi, e non ha proprio nulla a che fare con Pallade. A tal punto rifugge dal desiderare la fama di sapiente, da compiacersi di un culto fatto di beffe e di scherzi. né trova offensivo quel detto che gli attribuisce il soprannome di fatuo, e che suona: "più pazzo di Morico". E cambiarono il suo nome in Morico perché i contadini, nella loro sfrenata allegria, erano soliti impiastricciare di mosto e di fichi freschi il suo simulacro, che lo ritraeva seduto alle soglie del tempio....."