
Sognavo d’un uomo qualche notte fa, lontana non so quanto.
E così irruppi nella sua stanza, avvolta in un denso calore, nonostante fuori imperasse l’inverno.
E lo vidi, quasi spiandolo, attento a non fare il minimo rumore..lo vidi chino su una seggiola di legno. Stava seduto sui vimini vecchi, come le rughe che avevano segnato il suo volto; attorno alla sua bocca, appena sotto la barba, due righe di pelle camuffata, segno dei tempi ma anche di una vita allegra, passata a sorridere ed amare.
Mi avvinai, quasi strisciando, l’ombra delle mie leve proiettata su un muro rosso come la fioca luce della candela che lo guardava.
Alzò gli occhi, mi guardò intensamente, eppure il suo sguardo mi attraversò e si perse lontano. Sulla destra un bicchiere, la fata verde, sulla altra il tabacco ormai consumato, come la carta che lo avvolgeva, che emanava un odore di ciliegio e ne riempiva l’aria, ormai satura.
Svuotato il bicchiere prese in mano lo scalpellino, da terra un pezzo di pietra, ed iniziò ad intagliarla, con cura.
Il suo volto assunse una espressione strana, sembrava assorto eppure cosciente; le sue mani, sporche e consumate dalla fatica e dall’amore per la scultura erano tutt’uno con il masso che prendeva vita. Tagliò due occhi stupendi; boccoli come d’un Dio Greco scesero su un volto immacolato ed incredibilmente bello. Un collo lungo e perfetto e dietro le spalle due ali, bianche come la neve che si poggia sui sentieri dicembrini.
Passarono le ore, eppure non me accorsi, estasiato da come quell’uomo provasse un amore essenziale, quasi non accorgendosi dei gesti naturali e delle forme che creava. Cadde a terra, sfinito: l’aveva amata troppo la sua opera e per Amore dell’arte a volte anche gli uomini grandi come i Giganti, con un occhio solo come i Ciclopi diventano bambini dal volto purpureo e dagli occhi ammiccanti.
Si inginocchiò di fronte a quell’angelo che l’”Essere-che-non-ha-tempo”, fornendosi del dono che aveva dato alle sua mani, gli aveva regalato, l’ultima opera d’un uomo che moriva di fronte a due ali bianche.
E una lacrima scese dal volto della pietra, segno che anche le rocce hanno un’ anima…
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