30 giugno 2010

’’Aut Aut’’




Nel solaio errano anime piene di candida saggezza;

in cantina, fra danze allucinate, anime cariche di conoscenza.

Dove sarebbe la mia?- se solo ne avessi una!

Represso ogni mistico delirio, galleggiando fra cielo e terra,

amo godere dell’Eros.

Non ho più scelta, non c’è più unione di Bene e Male…

io ero la congiunzione,-e non esisto!

Mi nutro del nettare e il succo della vite

disseta la mia arida parola.

Oh Arte, a te immolo quel che di me rimane,

ad ogni devianza il mio perire.

Solo, dove l’insignificante apparire

è la percezione dei misteri.

Il paradigma dell’io rimane immutabile,

solo una storia che sembra ripetersi:

una nera farfalla che risale, barcollando, l’iride;

è un frutto che nasce, cresce

e si trasforma nel cuore della serpe.

Qui certezza non esiste,

ma solo congetture ed ambiguità.

Al quinto rintocco delle funeree campane

qualcuno andrà al confronto con l’Adorato.

o viaggerà con se stesso...

28 giugno 2010

’’La perdita dell’anima’’


Ricordi, Mefisto, il nostro patto?

Ignora adesso i miei “si”!

La tua maschera, Re della menzogna,

ha abbagliato i miei sensi.

La mia vita non ha più un flusso regolare e

gli intoppi del divenire hanno fonte

alla sorgente dell’inganno.

L’estroso esteta è ormai morto

ingoiato dalla viscida serpe.

Estraneo a questo mondo, ecco come mi presento!

Ma ecco un Uomo nuovo, come mai ne avete conosciuto.

La neve sfiora appena l’aria

dissolvendosi all’altezza di Babele.

Oh Uomo, che nell’arte hai riposto

il senso supremo d’ogni tuo atto.

Vivi di luce lunare,

accompagnandoti a bestie abominevoli.

Hai venduto la tua anima

per soli trenta danari.

Adesso prova a specchiarti nella Porta Divina!

Non scorgi alcun riflesso?

...hai perduto la tua anima!

26 giugno 2010

’’Il sacrificio di Bacco’’




…voglio perseguire i miei nemici da morto,

scavare l’ossario per trovare l’orto.

Mia dolce dama, raggiungimi all’inferno

e del tuo sangue berremo in eterno

Ebrezza causata da ingente vino,

in lande romane dal sapor divino.

L’uomo…laggiù, cosa vuol dirci?

le ninfali vesti ci attraggono per rapirci.

Diamoci alla follia, scacciamo Euripide,

che’ l’uomo converta i dogmi e sia felice.

Il rettile striscia e il leone divora

in deserti di rose senza dimora.

Piccolo burattino, amico fraterno,

sarò maledetto in eterno?

Sulle mie spalle un compito gravoso

mentre il cosmo mi scruta sospettoso.

Apri la mente, socchiudi gli occhi

Così da ignorare la danza dei marmocchi.

Siamo in gabbia, c’hanno rinchiusi,

le nostre essenze in schemi ottusi.

23 giugno 2010

’’Il sangue del fiore’’




Deridi, Fiore, dei tuoi petali
aggrappandoti alla fertile terra.
Le foglie stanche stacca il gelido vento
e non rimane che il disìo di conoscenza.
L’ape non t’ama più, poeta bucolico;
non conduce il tuo seme nella cella.
Non più pioggia di nembi t’accarezza,
ma urina di quadrupedi gonfia le tue radici.
Vorresti che la terra t’inghiottisse,
ma anch’essa t’ha tradito.
Il tuo vaso è ormai ardente
dove Caronte serve Mefisto.
Oh, Fiore maledetto,
non odori di viola, ne pungi come rosa.
Sei simbolo dell’eterno delirio,
guardiano di loculi d’incesto e blasfemia.
Col tuo sangue cospargeranno le lapidi
incidendo le parole:
‘’Per coloro i quali mi hanno maledetto;
non potrò redimermi da vivo,
perseguiterò i miei nemici da morto….’’

18 giugno 2010

Cinque maledizioni (Intro)




La mia vita volge al termine,

appesa ad un filo sottile…

simile a lama di rasoio.

Ad un’estremità la porta del paradiso;

all’altra l’ancestrale varco che conduce all’inferno.

Ed io sono il Demone!

Dibattendo il filo, lo slancio mi santificherà,

perdendo l’equilibrio, la caduta mi maledirà.

Sfiorerò il cielo con le dita,

non avrò appigli e precipiterò negl’inferi.

Porterò con me solo la poesia;

i miei versi irregolari come mio unico vizio.

Come un vascello, il cui albero maestro è sontuoso

quanto Babele, varcherò il mare delle ambiguità.

Là,dove i coralli formano le barriere,

là dove il fiore ha perso i suoi colori,

risiede il drago, Demone della Dacia.

Ha conosciuto Dio e se ne avvede ,

attirando a se le anime folli.

E’ il perfetto marinaio dell’oceano peccaminoso…..

giacchè Morìa è peccato………….